Dott.ssa Barbara Bandinelli - Psicologa Psicoterapeuta a Firenze

Dott.ssa Barbara Bandinelli - Psicologa Psicoterapeuta a Firenze

Sono la Dott.ssa Barbara Bandinelli, una Psicoterapeuta individuale, di coppia e di gruppo. Lavoro con Preadolescenti e adolescenti, oltre che con persone adulte, che presentano disagi emotivi e psicologici di vario tipo.

Lavoro da oltre 10 anni e ho maturato esperienze e competenze, prestando servizio in contesti pubblici e del privato sociale. La terapia consiste nel sostegno della persona e dei suoi legami, attraverso l'ascolto e la ridefinizione della sua sofferenza.

Ho un approccio rigoroso e non autoreferenziale. Collaboro con professionisti della salute mentale, in uno scambio efficace per la cura del paziente. 

Sono una professionista con esperienza nella cura delle patologie psicologiche e nel sostegno della persona, durante periodi di vita complessi e di passaggio.

La pandemia ha inciso sullo sviluppo dei ragazzi, sia da un punto di vista mentale che identitario

Il lockdown ha segnato i più giovani. La psicologa conferma la sofferenza generazionale: “Sono il 50% in più le domande di sostegno per depressione, ansia e disturbi alimentari. I genitori parlino di più con i figli”

Ritornare alla normalità. Un passo che dopo l’uragano Covid si è rivelato complesso per molti adolescenti: ritrovare le abitudini, la vita sociale, quegli equilibri interiori andati persi nel lockdown e nei periodi di zona rossa. «Il recupero è un processo lungo — spiega Barbara Bandinelli, psicologa e psicoterapeuta di Firenze — perché la pandemia ha inciso sullo sviluppo dei ragazzi, sia da un punto di vista mentale che identitario».

 

Dottoressa, il Covid ha avuto dei riflessi anche a lungo termine. Quali sono stati i principali effetti sui giovani?

«Una delle conseguenze più forti, anche dopo le riaperture, è stata la paura di contagiare. Molti ragazzi hanno vissuto il timore di poter essere loro i portatori del virus ad esempio a casa dei nonni. Potevano andarli a trovare ma erano angosciati all’idea di farlo, perché magari erano asintomatici. O comunque erano meno soggetti al controllo tramite tamponi come gli adulti. Temevano quindi di poter essere la causa del contagio, con le conseguenze che i media raccontavano: vedere i propri nonni finire in terapia intensiva o anche morire».

 

Come ha condizionato la loro vita questo stato d’animo?

«Un forte senso di colpa molto ricorrente e che si è mantenuto a lungo nel tempo: se esco con i miei amici poi non posso vedere i miei nonni. La socialità è iniziata ad essere vissuta quindi come un danno al nucleo familiare. Con la conseguenza di dover scegliere spesso tra amici e parenti. Ancora questa idea persiste in molti ragazzi, dato che la maggior parte di loro sono stati vaccinati solo poco tempo fa. Ma è un disagio durato per mesi».

 

Quasi due anni di pandemia per chi sta attraversando una fase di cambiamento profondo, magari dall’infanzia all’adolescenza.

«In due anni la mente di un adolescente cambia moltissimo. Un bambino entrato nella pandemia a 8 anni ne uscirà quasi a 10: si è perso mesi e mesi di tappe evolutive, di scuola in presenza, di esperienze». Cosa comporta ? «Effetti che vedremo a breve. C’è la sensazione di aver perso anni di vita. Un blocco, mentre la sua identità era già in attesa di vivere nuove attività. Aver mancato tappe evolutive è un pensiero vivo interiormente, con il sentimento ad esempio di aver costruito meno reti sociali».

 

Quali altri disagi psicologici sono emersi con più frequenza tra i giovani?

«C’è stato un aumento dei disturbi dell’alimentazione: si ricorre al cibo per sedare stati ansiosi e depressivi. E dove già c’erano condizioni di isolamento, queste sono andate a peggiorare. La rabbia è un altro sintomo diventato più diffuso: stati di irritabilità che hanno innescato spesso crisi familiari. A volte anche per conflitti tra i genitori. E i figli hanno accusato queste instabilità».

 

Quanto è aumentata la richiesta di aiuto alla porta di psicologi ed esperti?

«In modo esponenziale, direi almeno il 50% in più di domande di sostegno e di psicoterapia. A volte anche con tutta la famiglia, visto che gli stessi genitori possono essere entrati in crisi in questo periodo. La fascia di età dalla preadolescenza ai vent’anni è quella che ha accusato di più le restrizioni, perché già iniziava a vivere un passaggio verso il mondo esterno. Per i bambini c’è stata più una riorganizzazione delle attività quotidiane, meno della propria individualità».

 

Quale consiglio si sente di dare alle famiglie?

«Parlare con i figli. Osservare e aprire uno spazio di confronto, anche davanti a situazioni di apparente normalità. Viene fatto molto poco. Occorre una sensibilità maggiore in questo periodo e non dobbiamo pensare che ci siamo lasciati del tutto alle spalle i danni del Covid e delle chiusure».

Lo studio di psicologia e psicoterapia a Firenze di Barbara Bandinelli sarà chiuso per ferie dal 17 Luglio al 3 Agosto 

Se desideri maggiori informazioni sui percorsi terapeutici presso il mio studio di Firenze o per altre richieste sono comunque raggiungibile telefonicamente oppure via email compilando il form Contattami.

In questo periodo, resterò disponibile per prendere un appuntamento. Il primo colloquio con lo psicologo è un momento importantissimo del rapporto terapeutico, è spesso l’ultimo passo di un percorso interno che ha portato, finalmente, a superare le proprie paure e a riconoscere le proprie difficoltà.

 

 

Siamo in una situazione allucinante.

Difficile da credere: un virus ha invaso il mondo intero e sta mietendo molte, troppe vittime.

Oggi, dopo 10 giorni, mi sono decisa ad andare a fare la spesa al supermercato grande del quartiere. Mi sono armata di pazienza e mi sono messa in coda insieme ad altre persone, la maggior parte delle quali munite di mascherina e guanti.
Ho avuto il tempo, all' aria aperta e sotto il sole che oggi batteva sul piazzale, di osservare le persone che avevo attorno. Eravamo pochi considerato lo spazio a disposizione, uno distante dall' altro, distanza che permetteva di guardarci. Si camminava lentamente e con lunghe pause. C è chi leggeva un libro, chi chiamava casa per mostrare la fila e forse si sentiva solo.

Io ho cercato lo sguardo dell'altro. Ho scorto angoscia, paura, sospetto, ricerca di vicinanza... La riflessione, sicuramente banale, che è nata in me è che questo evento surreale e sopra ogni aspettativa sta imponendo all' essere umano un ridimensionamento.

 

Cosa impareremo da questo periodo in cui siamo obbligati all'isolamento?

Ma non solo. Siamo obbligati a fare i conti con la rinuncia.
La rinuncia all' abbondanza, al superfluo. Obbligati a rimanere con noi stessi nell' ascolto dell' essenziale.

La vita sta mettendo l uomo davanti all' esigenza di fare i conti con il meno e con il limite. Proprio in un periodo in cui lo spreco, non solo delle cose materiali, stava facendo da padrone, insieme al senso di onnipotenza.
Insomma...la coda di oggi l ho trovata un'esperienza vissuta in un clima quasi "spirituale", dove si andava piano, lontani dai ritmi a cui siamo assuefatti.

Speriamo di uscirne presto e di uscirne portandoci dentro questo rispetto e questa attenzione che oggi ho respirato.

Coronavirus, consulto psicologico a distanza per chi ha bisogno.

La paura del coronavirus sta cambiando le nostre abitudini come cittadini e come esseri sociali. Ogni giorno nuove precauzioni e consigli da parte delle istituzioni e degli esperti ed è possibile che dentro di noi aumenti un senso di ansia. Stiamo vivendo un momento in cui le precauzioni richieste spesso sono molto drastiche e vanno a limitare o ad annullare ogni tipo di contatto e questo può generare crisi d'ansia e panico e generare in noi uno stato di paura.

 

Coronavirus, come gestire stress e ansia

In questo momento è normale se senti uno stato d'ansia; la paura delle malattie è intrinseca nell'uomo da sempre e specialmente in questo caso in cui, il coronavirus sta letteralmente stravolgendo la nostra vita quotidiana, i nostri progetti e le nostre relazioni. Anche il continuo flusso di informazioni dai media, spesso contraddittorie e il vorticoso flusso di notizie sui social aumentano un mix di ansia e paura. Una semplice regola anti-panico è di seguire esclusivamente le comunicazioni ufficiali e i mezzi di informazione autorevoli, perché l'informazione corretta e da fonti autorevoli aiuta a contenere la paura.

In genere non esiste un unico metodo per diminuire l'ansia: alcune persone preferiscono informarsi (da fonti autorevoli) altre preferiscono un confronto con persone fidate. Quello che comunque bisogna considerare è che è molto probabile che le infezioni aumenteranno e con esse i luoghi coinvolti. Questo processo è del tutto normale. Tuttavia, le probabilità di essere infetti sono molto ridotte se si rispettano i consigli che ISS ha dettato e noi stessi assumiamo una condotta di buon senso e di osservanza di normali, comuni e semplici pratiche igieniche e di salute.

Ad ogni modo se senti crescere l'ansia e questo impatta sulla tua quotidiana, può essere d'aiuto parlarne con uno psicologo. Fortunatamente oggi la tecnologia ci viene in aiuto e indipendentemente dal luogo in cui si vive, programmi quali Skype consentono di ricevere sostegno psicologico anche rimanendo nella propria abitazione.

 

Consulto psicologico online per gestire il disturbo d’ansia

Se stai vivendo questo momento con particolare apprensione e desideri un consulto con uno psicologo ma temi i contatti personali o sei impossibilitato nello spostarti puoi ricorrere al servizio di consulto psicologico a distanza. La seduta di psicoterapia si svolge a distanza, attraverso Skype , previo appuntamento (per fissarlo contattami).

In questo periodo in cui ansia e angoscia possono prendere il sopravvento è importante per le persone che sentono il bisogno di confrontarsi avere la possibilità di appoggiarsi ad un servizio di consulto psicologico online con un'esperta.

La paura può presentarsi in diverse forme e può essere dovuta alle più diverse motivazioni:

  • Ci sono gli anziani che sono impossibilitati ad uscire da casa.
  • Ci sono i Manager di impresa che hanno timore di rilevanti perdite economiche.
  • Ci sono persone a cui è stato chiesto di cambiare le proprie abitudini quotidiane e ora vivono con smarrimento questo periodo

 

L’incontro con lo psicologo online è rivolto a chi:

  • Ha difficoltà ad uscire di casa o in genere è impossibilitato a spostarsi ed allo stesso tempo avverte il bisogno di rivolgersi ad uno psicologo
  • Per chi vive o lavora all'estero ma desidera trovare uno spazio di ascolto e di confronto con uno psicologo italiano
  • Per chi cerca “un primo orientamento” o necessità di un supporto psicologico ma in base alle proprie necessità viaggia molto e ha difficoltà a garantire una continuità nella frequenza delle sedute tipiche di un percorso psicoterapeutico in studio

Come psicologa ricevo a Firenze presso i miei studi ma in questo particolare periodo è fondamentale offrire anche un servizio di soccorso psicologico a distanza  per rispondere ad un'esigenza di supporto psicologico.

Come superare la resistenza al cambiamento? Come posso aiutarti a superare la paura dell'ignoto?

In questo articolo voglio descriverti come gestire la resistenze al cambiamento!

Ognuno di noi è diverso e reagisce alle esperienze che la vita ci presenta in modi molto diversi. C’è chi, davanti alle nuove realtà (un nuovo lavoro, la possibilità di trasferirsi in una nuova città, una relazione nascente, un viaggio…) reagisce con entusiasmo e senza pensarci sù due volte, provando emozioni adrenaliniche e estasianti, e chi invece tergiversa, sperimentando una serie di stati d’animo negativi, quali ansia, angoscia, sfiducia in sé e negli altri.

Da questa prima descrizione sono certa che abbiate pensato che chi reagisce con entusiasmo alle novità, catapultandosi in esse, abbia più chance di viverle piacevolmente, rendendo la nuova esperienza una reale possibilità di cambiamento, a scapito dei secondi, che invece tergiversano e pensano troppo, senza decidersi.

E invece non è sempre così lineare e scontato l’esito del processo, la mente è ben più complessa di quello che sembra, così da richiedere un pensiero un po’ più dettagliato che proverò a condividere con voi in poche righe. La verità è che la mente umana è portata a mantenere uno stato di equilibrio omeostatico, così come si può dire per il corpo, ovvero è portata a cercare continuamente di rispondere a gli stimoli esterni, in modo tale da ristabilire l’equilibrio che aveva prima che questi stessi stimoli comparissero. Assunto ciò, capite bene come, sia nella prima che nella seconda reazione di cui prima, siamo dinanzi a due modi opposti di reagire agli stimoli/eventi esterni, che però rischiano di “negare” entrambi la fitta complessità che le esperienze portano al loro interno.

 

La Mente resiste al cambiamento

Potremmo dunque dire che la mente di ognuno “resiste” al cambiamento, con meccanismi i più disparati, ma comunque atti a contrastare che il movimento avvenga. Nel primo caso, ovvero nel caso di coloro che apparentemente sposano la novità con senso di euforia e senza remore, ci troviamo non di rado difronte a una reazione di “negazione della complessità”, con assenza di pensiero, tutto viene agìto, le variabili asfaltate nella corsa frettolosa di accorciare le distanze fisiologiche che ci sono tra la situazione familiare antistante la novità e la novità stessa, della serie, la novità mi spaventa talmente tanto che la mia mente non riesce a sostenerne il peso che il tempo del comprendere richiede, indi per cui “prendo la rincorsa e mi ci tuffo”. Un po’ come accade quando si ha paura di tuffarsi in piscina e lo si fa ad occhi chiusi.

Nella seconda esemplificazione invece, siamo di fronte ad una reazione opposta: il rimuginio di pensieri ridondanti e sempre uguali che affolla la mente, blocca la persona in una situazione di stallo sterile senza pensiero, il rimuginio stesso, per sua definizione, incatena la mente dentro “finti” pensieri sempre uguali, spesso ossessivi (ovvero ripetitivi e intrisi di dubbi), che non lasciano ossigeno alla possibilità per la mente di fare pensieri nuovi, lucidi, creativi, ma la bloccano nel trauma del ricordo delle esperienze fallimentari e dolorose precedenti, come a dire, “è sempre andata così, andrà così anche stavolta”. In questo caso quindi, la distanza tra il vecchio e il nuovo viene accorciata dal tipo di risposta preconfezionata che la mente andrà a riproporre insistentemente, senza lasciare scampo alle numerose alternative di farsi spazio.

Ora, capite bene come, sia la prima reazione che la seconda, non siano modalità funzionali per attraversare il cambiamento, che sì, “spaventa” tutti. Nel caso della frettolosa corsa al nuovo, così come nel caso del blocco chiuso al nuovo, la possibilità di fare un pensiero dentro la “fase del comprendere” è azzerata. Il cambiamento diventa quindi fagocitato, col rischio di diventare fonte di forte delusione (data la mancata fase di valutazione precedente) e\o si presenterà presto l’attivazione di difese psicologiche che la mente accenderà appena la situazione nuova presenterà variabili difficili da gestire, ovvero che escono dalla modalità familiare precedente alla situazione stessa. Tali difese sono ad esempio il ritiro precoce dall’esperienza stessa, l’auto-boicottaggio, la chiusura, il giudizio affrettato… insomma, tutte reazioni che tenderanno, alla stessa velocità con cui la persona si era “tuffata” nel nuovo, a farla tornare all’equilibrio precedente o a non farla muovere affatto.

 

Come si lavora sulle resistenze al cambiamento?

Innanzitutto ammettendo che le novità sollecitano la mente ad una faticosità maggiore che necessita di tempo, ma soprattutto necessitano una modalità nuova, rispetto a quelle apprese precedentemente e quindi familiari. La mente tenderà, come già detto, a reiterare i soliti schemi difronte a tutte le situazioni faticose che incrocia, situazioni che invece necessitano lo sforzo, da parte di ognuno, di calibrare la reazione in base alla situazione che di volta in volta si presenta, altrimenti il fallimento è assicurato.

Se però, nel corso del mio sviluppo e della mia storia familiare, ho appreso dei modelli di risposta (Modelli Operativi Interni, vedi) che funzionano in un determinato modo, prima di tutto devo essere aiutato a conoscere tali modelli, a riconoscerli e in questo la relazione psicoterapeutica diventa essenziale, perché ognuno di noi è consapevole solo in minima parte della dinamica di tali modelli, sappiamo solo che a volte hanno funzionato e a volte no, lasciandoci addosso un’ idea di noi stessi influenzata dall’esito delle nostre esperienze…

Una volta resi consci e consapevoli i modi di reagire che ci caratterizzano, si andrà a capire come allenare la mente a reggere l’angoscia che le situazioni normalmente creano, e a mantenere parallelamente attiva la possibilità di farci un pensiero sopra, pensiero… unica bussola possibile per andare a allargare gli orizzonti del territorio straniero che ci si prospetta davanti.

Per saperne di più o per approfondimenti ti aspetto presso i miei studii di psicoterapia e supporto psicologico a Firenze o puoi inivarmi un messaggio, sarò felice di risponderti.

SKYPE e la psicoterapia

Da più di 4 anni sto usando anche Skype per le mie sedute perché sì, le sedute con lo psicoterapeuta possono esser fatte anche a distanza di chilometri.

La mia esperienza è senza dubbio positiva sia per me, professionista, ma anche per le persone con cui parlo ogni giorno e in poche righe cercherò di spiegarti quelli che sono secondo me gli aspetti positivi e negativi di questo tipo di soluzione.

Penso che la psicologia moderna debba rimanere al passo con i mutamenti della società. I ritmi più frenetici, gli spostamenti continui e lo scarseggiare del tempo rendono sempre più difficoltoso trovare e dedicare del tempo per incontrare fisicamente lo psicoterapeuta nel suo studio e in questo, strumenti come Skype, sono utilissimi. Se il professionista o il paziente si trovano in trasferta non hanno bisogno di rinunciare al loro colloquio e tanto meno se uno dei due si trasferisce in un’altra città non è obbligatorio per il paziente trovare un nuovo professionista e dover ricominciare tutto da capo il delicato e impegnativo processo dell'aprirsi e raccontarsi, per poi eventualmente riuscire a costruire un legame professionale di fiducia e alleanza: basta una buona connessione ad Internet, un programma gratuito (Skype) e un PC.

 

Ma la psicoterapia on-line è efficace?

Il percorso di analisi che lo psicoterapeuta e la persona fanno è qualcosa di emotivo per entrambi. Lo strumento tecnologico potrebbe aiutare ma ci deve essere anche un “guardarsi negli occhi” per permettere che il dialogo diventi uno strumento di cura, questo è senz'altro possibile dentro la stanza di psicoterapia, dove lo psicoterapeuta incontra il paziente, ma se il professionista è sufficientemente preparato, anche i colloqui tramite Skype possono diventare uno spazio sicuro di ascolto, rilettura, contenimento ed elaborazione dei discorsi preziosi del paziente.

 

Diritto alla Privacy nella consulenza psicologica on-line

A proposito di sicurezza, un aspetto fondamentale da considerare anche nell’uso di Skype è la riservatezza e la privacy: così come per le sedute vis à vis, lo psicologo avrà cura di svolgere i colloqui in un ambiente protetto e riservato, con dispositivi protetti, garantendo così la massima riservatezza, inoltre farà firmare al paziente la copia dei documenti del consenso informato al trattamento dei dati personali e sensibili.

Ho prima accennato alle situazioni in cui può essere utile pensare ai colloqui psicologici tramite Skype, trasferimenti di città, trasferte di lavoro, di studio o per motivi personali, stati emotivi e psicologici che impediscono allo stato attuale il raggiungere lo studio dello psicoterapeuta, o situazioni di malattia o impedimento fisico che rendono impossibile o troppo difficile lo spostamento.

 

Le consulenze psicologiche on-line sono sempre efficaci?

Adesso però è opportuno anche far presente che la psicoterapia on-line non è efficacie sempre e per tutti, ci sono infatti situazioni psicologiche del paziente in cui non è consigliabile un rapporto professionale a distanza, in ogni caso sarà cura del terapeuta, così come avviene nell'incontro a studio, proporre al paziente una prima fase di conoscenza reciproca e valutazione clinica, composta da 2-3 colloqui, durante la quale sarà possibile comprendere quali strumenti è necessario mettere in campo, per rispondere alle necessità espresse dal paziente.

 

Lo studio di Psicoterapia di Firenze della Dottoressa Barbara Bandineli offre il servizio di consulenza psicologica professionale anche online.

Nella psicoterapia online paziente e psicologo comunicano in una chat o via Skype in tempo reale.

Se desideri maggiori informazioni sulla psicoterapia on-line o vorresti prenotare una consulenza online compila il modulo e sarai ricontattato in breve tempo.

 

Linee guida del Consiglio Nazionale dell Ordine degli Psicologi 

Riferimenti bibliografici:

La psicoterapia con internet, in Psicoterapia e Scienze Umane, XXXVII, 4:57-73 Wallace P. (1999), Dal computer alle reti telematiche: nuove forme di interazione sociale, ed. Guerini e associati Migone P. (2003), Anthony K. (2003), The use and the role of technology in counseling and psychotherapy, in S. Goss, K. Anthony “Technology in counseling and psychotherapy: a practitioner’s guide”, Hound Mills: Palgrave Macmillan, p. 13-35 Galimberti C., Riva G. (1997), La comunicazione virtuale., The psychology of the internet, Cambridge UK (trad. it. : La psicologia di internet, ed. Cortina, Milano, 2000)

Cos’è la depressione?

Sono depresso. Frase che viene pronunciata spesso ma, cosa significa "essere depresso"?

La depressione è un Disturbo del tono dell umore, e si distingue dal tono dell umore basso e anche dalla tristezza.

Per essere fatta una diagnosi psicologico clinica di Deprsssione bisogna che il tono dell umore permanga basso per un tempo mediolungo e venga accompagnato da altri sintomi che andremo poi ad elencare. Inoltre è necessario che l insieme dei sintomi vada a inficiare la qualità generale della vita, causando sofferenza forte e persistente, compromettendo le normali attività quotidiane.

Ovviamente non è possibile autodiagnosticarsi un malessere psicologico e questi vogliono essere solo spunti di riflessione e prime informazioni. Se si hanno dubbi a riguardo del proprio malessere, può essere necessario affidarsi ad un professionista della salute mentale. Sentirsi giù per qualche giorno è normale e fisiologico, soprattutto in seguito a eventi della vita vissuti come pesanti. Provare tristezza per il racconto di un amico che ha perso il lavoro o per una notizia drammatica in tv, è una reazione empatica e normale, ben diversa dalla situazione di depressione.

Dicevamo prima che per la diagnosi di depressione abbiamo bisogno di un insieme di sintomi che si presentino in contemporanea e che abbiano una persistenza nel tempo, vediamo nello specifico quali sono:

  • forte stanchezza che non passa con il riposo
  • difficoltà a trovare e mantenere la concentrazione
  • forte indecisione e forte senso di incertezza
  • perdita o aumento dell appetito
  • mancanza di desiderio sessuale
  • perdita o aumento del sonno
  • forte senso di colpa
  • mancanza di fiducia in se stessi e nel futuro
  • irritabilità e ansia
  • riduzione delle attività quotidiane e isolamento sociale
  • autosvalutazione e autocritica
  • pensieri di morte e ideazione suicidaria

 

Sono depresso o solo tremendamente triste?

La depressione, a differenza della tristezza e dell umore basso, si contraddistingue, ad esempio, per l'impedimento che crea nella possibilità di affrontare la quotidianità, nell esperiere piacere nelle attività che in passato davano soddisfazione.

Riconsocere un disturbo depressivo è di fondamentale importanza per la sua risoluzione, perché se curato la persona può ritrovare la serenità e la lucidità che merita.

La depressione non è uno stato d'animo transitorio, ma una condizione psicologica che necessita una presa in carico professionale. A differenza della tristezza, non passa da sola o con il sostegno delle persone care.

 

La depressione come condizione psicologica

Nel presente articolo questo tema viene trattato in modo conciso e necessariamente sommario, in realtà, secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM), viene dedicata una intera sezione ai Disturbi dell Umore, e il disturbo della Depressione si suddivide a sua volta in una serie di sotto categorie che per vari motivi scelgo di non approfondire in questa sede.

Questo breve articolo invece ha lo scopo di aprire una riflessione su questo delicato tema, che spesso si presenta nella vita delle persone ma che viene ancora più spesso sottovalutato, cosicché, chi ne soffre, trova risposte dalle persone attorno a lui controproducenti e limitate: "sei uno sfaticato, non hai voglia di fare nulla, datti una mossa....".

Così facendo (questi sono solo alcuni esempi), pensando di spronare la persona a affrontare la propria quotidianità, si rischia invece di aumentare in lei il senso di inefficacia e inutilità che già prova, alimentando quindi il circolo vizioso della depressione. Voi direste a una persona che, ad esempio, ha una gamba rotta, "datti una mossa!"...?

Ecco, questo esempio paradossale proprio per dire che il dolore interno, psicologico, spesso non è meno grave e forte di quello fisico, ma viene troppo spesso misconosciuto e non percepito. Anche chi ne soffre in prima persona talvolta impiega del tempo per decidere di affrontarlo coi giusti strumenti e rischia di ricorrerere a strategie conpensatorie quali uso di sostanze stupefacenti e alcool, ritiro sociale, orari di lavoro estenuanti.... onde evitare il vuoto interno e le relative emozioni sottese che, se percepite, risuterebbero insostenibili.

Il clinico, psicologo psicoterapeuta, che accoglie la domdanda del paziente, dovrà svolgere un paio di colloqui psicologici con l'obiettivo di inquadrare la situazione specifica del paziente, la forma depressiva eventualmente in atto, le cause che l'hanno generata per poi pensare ad un progetto terapeutico necessario da mettere in atto per affrontare la richiesta del paziente, tutto ciò in un clima di ascolto professionale, rigoroso e rispettoso.

Non di rado, come per altri quadri sintomstologici, potrebbe essere utile una presa in carico ad assetto multidisciplinare, in sinergia con altri professionisti della salute mentale.

La psicoterapia permette alla persona che soffre di sentirsi compresa, accolta, ascoltata e parte attiva del suo percorso di cura.

Intraprendere un percorso di psicoterapia può aiutare ad evitare di mantenere lo stato depressivo o di ricadere in futuro nella depressione.

Se desideri maggiori informazioni contattami, sarò felice di risponderti.

E’ il momento giusto?

“Non ho l’eta’ per amarti”, cantava Gigliola Cinquetti a metà degli anni 60, quando i sedici anni erano considerati un’età prematura per una relazione amorosa. Ma il momento più giusto per prendere ua determinata scelta o vivere una determinata esperienza non e’ dettato solo da usi e costumi del sociale. La letteratura scientifica sul “perfect timing” è davvero vasta: non mancano ricerche in cui gli studiosi, sociologi, antropologi soprattutto Statunitensi, hanno scritto articoli in cui parlano delle fasi del ciclo di vita in cui e’ piu’ frequente fare determinate esperienze e/o scelte di vita, come ad esempio imparare una seconda lingua, sfoderare la propria creatività, sposarsi e far durare il matrimonio, stringere legami di amicizia durevoli, sentirsi sicuri di se stessi...

Io, in qualità di Psicologa clinica e Psicoterapeuta, ho di recente commentato un articolo uscito sul settimanale n. 27 di salute e benessere “Viversani e belli” a cura di Luana Trumino Luisi, e ho risposto ad alcune domande che l’autrice mi ha posto su questo interessante tema: quali sono i segnali che indicano il momento ideale per fare determinate scelte? Aspettare il momento giusto puo’ essere un modo per rimandare un’esperienza ed una scelta che non si ha voglia di prendere? Per le risposte e le altre domande che trattano questo tema Vi invito a leggere per intero l’articolo in forma cartacea che trovate in edicola a pagina 13 del settimanale, uscito il primo Luglio 2019.

Che cos'è l'ansia?

L'ansia è un sintomo psicologico caratterizzato da una sensazione di Forte preoccupazione e/o paura.

La paura è un sentimento che riguarda pensieri presenti e che permette di reagire ad eventi nel qui ed ora, l'ansia invece riguarda la preoccupazione per accadimenti futuri e per situazioni che si teme di non riuscire a gestire.

Non è sempre facile riconoscere l'ansia, anche perché essa può presentarsi sotto varie forme. La caratteristica che unisce le varie forme di ansia è la sensazione di allarme, che predispone il corpo ad una tensione fisica e che lo "prepara" ad una reazione di attacco-fuga. L'ansia è il sintomo che caratterizza la persona che si sente in pericolo, di fronte a situazioni nuove e imprevedibili, è la reazione di colui che si sente vulnerabile, indifeso. 

 

Differenze tra ansia sana e patologica

L'ansia è un sintomo molto utile per la "sopravvivenza" e l'adattamento dell'individuo e per il suo adoperarsi alla ricerca di soluzioni nuove. Un buon livello di ansia infatti aumenta la tensione fisica e l'attenzione, la reattività agli stimoli, "sveglia", se così si può dire, e rende maggiormente pronti a dare una risposta alle richieste che arrivano dall'esterno.

I problemi cominciano nel momento in cui l'ansia diventa ingestibile, ovvero aumenta fino a diventare insostenibile. A quel punto non è più un aiuto per la persona, ma bensì un ostacolo: annebbia la mente, blocca e indebolisce il fisico che, in preda ad un forte attacco di ansia, reagisce iperattivandosi o, al contrario, sentendosi debole.

Nel caso in cui l ansia diventa superiore alla possibilità per la mente di gestirla, si parla di angoscia e panico.

 

Sintomi dei disturbi d'ansia

I sintomi fisici e cognitivi caratteristici di un forte attacco di ansia e/o di panico sono:

  • Respiro corto e veloce (iperventilazione)
  • Sudorazione eccessiva
  • Palpitazioni
  • Tremori
  • Sensazioni di soffocamento e fame d'aria
  • Dolore e fastidio al petto
  • Nausea e disturbi addominali
  • Vertigini e sensazioni di testa leggera
  • Derealizzazione e depersonalizzazione
  • Paura di perdere il controllo e di diventare "pazzo"
  • Paura di morire

 

Differenze tra ansia e attacchi di panico

L'ansia è diffusa e fa un po da sottofondo, mentre l'attacco di panico può durare qualche minuto ed è definito dal DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) come un lasso di tempo preciso in cui la persona colpita prova paura o disagio intensi, in assenza di un vero pericolo, accompagnati da  almeno quattro dei sintomi elencati sopra.

 

Come gestire gli attacchi di ansia generalizzata

In un'ottica psicologica e psicodinamica, la terapia per affrontare, gestire e risolvere questo tipo di disagio, promuove la comprensione delle cause che generano nella persona questo tipo di risposta. Perché se è vero che apparentemente non sembra esserci un pericolo evidente nel qui ed ora dell attacco di panico, è pur vero che la persona che prova ansia forte ha diritto di essere accolta e ascoltata da un professionista,  e aiutata a trovare e a comprendere i motivi che generano e danno origine questo tipo di sintomatologia, peraltro molto dolorosa e talvolta invalidante.

Una volta attraversata nel percorso di psicoterapia questa prima tappa di ascolto del malessere, comprensione delle cause e della sofferenza provata dalla persona,  il sintomo solitamente regredisce, lasciando molto più spazio ed energia da impiegare per reagire alle cause che sottendono  il malessere in modo concreto e attivo.

Se desideri ulteriori informazioni sul trattamento dell’ansia generalizzata presso il mio studio di psicoterapia e supporto psicologico a Firenze, contattami e sarò lieta di risponderti quanto prima.

In collaborazione con lo studio di Psicoterapia di Novoli www.psicoterapia-firenze.it abbiamo pensato di organizzare a Firenze un ciclo di incontri di gruppo rivolti a studenti fuori sede, afferenti alle varie facoltà dell’Università degli studi di Firenze.

L’idea nasce con l’obiettivo di offrire uno spazio di pensiero e condivisione, sfruttando al meglio lo strumento del gruppo omogeneo. L'identità dello studente è di per sé un'identità in evoluzione, che si sviluppa in diverse fasi, dall'iniziale scelta della facoltà e della città dove frequentare, per poi passare allo stadio intermedio, che spesso dura anche anni, di studio, lezioni in facoltà, esami da preparare, per poi, quasi sempre, concludersi con la preparazione della tesi e il conseguimento della tanto agognata Laurea.

Se poi ci aggiungiamo allo stato di studente quello di fuori sede, ci ritroviamo a situazioni in cui la persona deve fare i conti con esperienze tanto complesse quanto intriganti, come la scelta di andare a vivere lontani dalla famiglia e dal luogo di origine, la gestione degli aspetti della vita quotidiana che spesso, fino ad allora, era delegata in toto ai genitori, il ritrovarsi a vivere in una città sconosciuta, spesso vissuta come dimensione cercata per sperimentarsi maggiormente in autonomia ma anche faticosa.

Lo studente universitario quindi vive in quella fase della vita in cui, uscito dal percorso della scuola superiore, si trova a fare scelte importanti per il suo futuro dovendosi un po’ affidare ad un misto di ambizioni e sogni. Cambiano la maggior parte se non tutti i compagni di studio, le reti sociali vanno ricostruite e se si decide, per vari motivi, di cambiare città, lo stile di vita cambia notevolmente.

Dentro questa realtà, tanto affascinante quanto inquieta, abbiamo pensato che lo strumento del gruppo, offrendo possibilità di condivisione, nello scambio e nel "fare rete", possa significare per i partecipanti potersi rappresentare parte di una appartenenza capace di alleviare il peso dell’anonimato che talvolta caratterizza il vissuto dello studente universitario fuori sede, e il gruppo può diventare il luogo in cui, attraverso le narrazioni attorno alle tematiche comuni, il partecipante possa sentire di far parte di un pensiero e di un percorso meno frammentato.

Presso il nostro gruppo di parola per studenti fuori sede a Firenze, organizzato da un'équipe di psicoterapeuti esperti delle problematiche riguardanti i giovani adulti, troverai quindi un servizio di aiuto psicologico e un luogo di ascolto e di aiuto rispetto alle possibili forme di disagio personale: dubbi sulle proprie capacità personali e sul proprio metodo di studio, rendimento accademico inadeguato, difficoltà nelle relazioni interpersonali, manifestazioni di ansia eccessiva e vissuti emotivi di malessere.

 

Obiettivi del servizio di consulenza e sostegno psicologico per studenti universitari

I nostri obiettivi sono:

  • Offrire allo studente la possibilità di confrontarsi con uno psicologo sulle difficoltà personali, relazionali, di studio che incontra nel percorso di formazione universitaria
  • Creare uno spazio psicologico d’ascolto
  • Rendere possibile l’individuazione di strategie idonee a fronteggiare il disagio personale e le difficoltà nel corso dell’esperienza universitaria
  • Creare uno spazio di ascolto e chiarificazione
  • Riflettere sul proprio metodo di studio valorizzando i punti di forza e modificando le criticità
  • Far fronte e gestire la paura e l’ansia legate alla situazione d’esame, soprattutto quando esse diventano eccessive
  • "Fare rete" con altri studenti di Firenze
  • Offrire la possibilità di confrontarsi tra pari sulle tematiche relative alla vita da studente fuori sede, sentendosi meno soli e cercando insieme nuove strategie

 

Come accedere al Gruppo di parola per studenti fuori sede a Firenze

Se desideri maggiori informazioni sul Servizio psicologico "gruppo di parola per studenti fuori sede a Firenze" è possibile chiamare la Dott.ssa Barbara Bandinelli al 328.24.39.494, il Dott. Davide Garau al 388 36 21 199 o la Dott.ssa  Elena Ponticelli al 349 47 50 688 o inviare un messaggio tramite apposito form.

 

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Psicologa Psicoterapeuta a Firenze

La Dott.ssa Barbara Bandinelli riceve a Firenze

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Psicologa a Firenze

iscritta all'Ordine Psicologi – psicoterapeuta specializzata per aiuto per momenti di crisi, crescita personale, difficoltà relazionali, autostima, rielaborazione di traumi, crisi di coppiagestione dell'ansia.