Stress e senso di impotenza | Il Ritratto Psicologico di una Generazione
Oggigiorno lo stress, il senso di impotenza, le emozioni confuse e il malessere generale sono sempre più comuni. Quando la frequenza di questi stati d’animo cresce, fino a diventare un malessere quotidiano, è il momento di capirne il perché.
Il motivo profondo lo si trova nei grandi cambiamenti cui sta andando incontro la società attuale: questo riguarda le istituzioni, come le scuole, in cui gli insegnanti cambiano frequentemente e ‘privano’ i ragazzi di un punto di riferimento stabile e più in generale i gruppi, come le varie forme di associazioni di quartiere, dalle sportive, culturali e politiche fino al bar sotto casa, sempre meno sentite come punti fermi della nostra quotidianità. Lo stesso vale per le parrocchie, a lungo centri incontrastati di aggregazione, che oggi subiscono la laicizzazione della società perdendo quel ruolo. I punti di riferimento forse rimangono veri solo nei piccoli centri che riescono in qualche modo a difendersi da questi mutamenti antropologici, metre nella realtà cittadina ci sentiamo soli e non sappiamo con chi confrontarci.
Anche la famiglia è cambiata rispetto a quando era normale che più generazioni abitassero sotto lo stesso tetto aiutandosi reciprocamente, mentre ora, o non è più cosi, o non è vissuto serenamente dalle generazioni più giovani che possono vivere la cosa come ingerenza. Tutto è molto più complesso, perché è vero che da un lato c’è maggiore libertà, ma dall’altro questa libertà comporta la necessità di prendersi maggiori responsabilità che non possono essere delegate a questi punti di riferimento.
Locus of control: artefici del nostro futuro o vittime del nostro destino?
Per la mente tutto questo genera in realtà un allontanamento dalla possibilità di gestire le proprie vite, innescando una percezione del non averne potere, come se tutto dipendesse dall’esterno (locus of control esterno) che non fa altro che rendere le persone dipendenti e fragili. A questo stato di allarme, di paura, si reagisce con strategie volte a controllare il più possibile il contesto in cui si vive. Purtroppo però il controllo di tutto, oltre a non essere possibile, non è il modo migliore per adattarsi al meglio a queste nuove realtà. Esempi di controllo sono lerelazioni occasionali in crescita senza investimenti progettuali o le relazioni virtuali che durano anche anni senza trasformarsi mai , adolescenti che faticano a confrontarsi coi pari e familiari e che faticano a definirsi nei ruoli, aumento delle ludopatie etc. È importante perciò imparare ad ascoltare le emozioni e capire come metterle in dialogo con le persone care, ampliando le proprie consapevolezze per promuovere un cambiamento che ci porti ad avere una posizione attiva e propositiva nei confronti della vita e del mondo che ci circonda, accettandone le responsabilità e cogliendo le opportunità che questo comporta.
Il ruolo dello Psicologo e l'arte di ritrovare se stessi
Ricapitolando, le situazioni descritte possono comportare sensazioni di solitudine, tristezza, senso di instabilità profonda fino all’ansia, angoscia e a veri e propri attacchi di panico. Per uscire da questo labirinto è utile affrontare un percorso con un professionista psicoterapeuta allo scopo di capirne le cause e coltivare le proprie risorse interne, quali senso di adattamento, autostima, capacità di tessere relazioni stabili e fiducia, per aiutarci a stare meglio.
Firenze, 10/11/2018
Barbara Bandinelli,
Queste tematiche mi hanno portato ad organizzare insieme ad altri professionisti un incontro a Firenze nel Maggio 2018, dove abbiamo potuto dialogare rispetto a come i temi della precarietà e del controllo si collocano oltre che sugli aspetti psicologico di cui mi occupo anche nelle abitudini alimentari e percezione del dolore fisico.